I.
L'altro giorno sono andato dal barbiere e durante le manovre che stava facendo sopra la mia testa abbiamo parlato di cose del mondo, come è usuale in tali situazioni. È la mia esperienza che quando si incontra un prete, le persone, barbieri inclusi, tendono a trattare argomenti speciali come la Chiesa o domande riguardanti l’etica. Tuttavia, mi barbiere è speciale. Egli non parla solo su argomenti usuali ma anche, e forse soprattutto, di questioni teologiche, e questa volta, ha parlato dell’Eucaristia.
Dicono gli storici della Chiesa che nei tempi antichi i cristiani, almeno in alcuni luoghi, parlavano e discutevano di problemi teologici che sembrano a noi molto lontani e troppo sottili, e questi nostri predecessori antichi facevano queste discussioni in strada o nella taverna. Parlando con il mio barbiere, mi è venuto in mente questa situazione dell'antica chiesa. Discussioni teologiche profonde sulla strada o, diremmo oggi, nei bar!
A volte, forse, crediamo di essere peggiori degli antichi e supponiamo che non siamo più in grado di trattare i argomenti di tale importanza. Forse dobbiamo rivedere l’immagine che abbiamo di noi stessi. Sia come sia, è vero che il barbiere mi ha parlato dell'Eucaristia.
II.
1. Credo che quello che il mio barbiere mi ha detto sull'Eucaristia ha un valore teologico molto profondo e un significato molto importante. Mi ha detto che l'Eucaristia ha a che fare con la comunità, con la comunione. E mi ha spiegato che per gli italiani l’atto di ricevere il pane come corpo di Cristo è chiamato comunione. E ha aggiunto che la comunione è tra noi che riceviamo il pane consacrato.
Penso che questo è abbastanza interessante. Il mio barbiere crede che il centro, l'aspetto più importante e suggestivo dell'Eucaristia è la comunione tra di noi.
Non so se ho ragione, ma mi sembra che quando pensiamo dell'Eucaristia ciò che regolarmente attrae l’attenzione sono altri aspetti teologici, come per esempio la presenza reale, o la transustanziazione. Aspetti, cioè, più mistici. Ecco perché mi ha sorpreso il mio barbiere quando ha messo l'accento sulla comunione che si è creata tra di noi.
2. Questo parlare molto riuscito del mio barbiere mi fa ricordare la definizione o la descrizione che un padre scolopio, purtroppo già morto, ha fatto dell'Eucaristia. Si chiamava Jaume Pallarolas. Jaume ha detto così. L'Eucaristia è dividere, condividere e ripartire. In spagnolo suona un po’ meglio: partir, compartir, repartir. Spezzare, condividere, distribuire.
– Il gesto di spezzare il pane è un gesto naturale o, piuttosto, umano, elementarmente umano. Non possiamo mangiare un pane intero. Spezzare il pane, cioè aprirlo, è il gesto della persona che si alimenta del pane quasi chiedendo il permesso al pane stesso di potersi nutrire di lui. Il gesto dice: “Ho fame, per favore, lasciati mangiare.”
E Gesù ci invita esattamente a questo. Gesù ci invita ad accettare il nostro povertà e dipendenza, a non vergognarci di essa, quando ci invita a mangiare lui. Egli si apre per essere mangiato.
– Il condivisione – il secondo momento dell'Eucaristia – è quello di partecipare al pasto con la comunità. Mangiare non è mai una cosa solitaria.
Gesù si dà nel contesto della sua comunità, che è la Chiesa. Così Gesù genera una nuova realtà che è allo stesso tempo personale, umana e anche corporale, fisica.
– E il distribuire – il terzo momento dell'Eucaristia – ci invita ad aprirci, non solo personalmente ma comunitariamente. Anche come istituzione. È questo la Chiesa in uscita che il Papa Francesco menziona tante volte.
La comunità di Gesù, la sua Chiesa, non esiste per se stessa, ma solo come punto di partenza per la intera costruzione della comunità dell’umanità.
Spezzare, condividere, distribuire.
3. Gesù dice: "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.”
L'Eucaristia è questa riunirci perché Gesù possa creare comunione tra di noi. L'Eucaristia è riunirci, seguendo l'invito e la promessa di Gesù.
Perché l'invito di Gesù è anche una promessa. La promessa di comunità: promessa della sua presenza e comunione con noi, e anche promessa di comunione tra di noi.
Questa promessa di comunione comprende anche altre promesse. Promesse come, "Non morirai mai", "La vita ha senso", "Il rapporto, la relazione reale e vera che tanto desideri nel tuo cuore è possibile".
E l'invito di Gesù contiene anche altri inviti. Non solo Gesù ci invita nella comunità, ma anche a vedere il mondo e vivere la vita secondo le sue promesse. Ci invita ad aprirci agli altri. Ci invita al coraggio di correre il rischio di entrare in dialogo e di condividere ciò che abbiamo e ciò che siamo.
III.
Quindi, credo che il mio barbiere intuì bene che cosa è l'Eucaristia. Ringrazio Dio per non essere calvo, perché così ho potuto fare questa esperienza e ricevere un insegnamento cosi sublime quanto profondo sull'Eucaristia.
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